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10 motivi (personali) per cui oggi ho votato si al referendum costituzionale

Vivendo all’estero ieri mi è arrivata la scheda elettorale. Nonostante alcuni dubbi oggi ho votato si per i seguenti motivi.


La riforma oggetto del referendum costituzionale non mi piace molto. Avrei preferito l’abolizione completa del Senato, un articolo 70 scritto meglio, meno ambiguità sulle attribuzioni di alcune materie, lo “spacchettamento” dei vari quesiti, etc. Vivendo all’estero ieri mi è arrivata la scheda elettorale. Nonostante molti dubbi oggi ho votato si per i seguenti motivi.

  1. L’alternativa a questa riforma costituzionale non é una riforma migliore, ma nessuna riforma. E credo che le riforme possano dare una scrollata a quella palude stagnante che è l’Italia.
  2. Sarebbe forte la tentazione di far pagare a Renzi, al netto di tante cose buone fatte, il poco fatto per il principale problema del Paese, cioè la disastrosa situazione della Generazione Perduta dei nati in Italia negli anni Settanta, Ottanta (e Novanta!), ma non voto per simpatia o antipatia di chi propone una riforma. Valuta la bontá delle proposte politiche a prescindere da chi le propone, invece di riprodurre l’approccio tipicamente italiano del “dimmi per chi voti e io ti do ragione o torto”, a priori e del far prevalere la logica dell’appartenenza invece che quella della comunità.
  3. Non mi rassegno che l’Italia sia un paese irriformabile, ideologico e conflittuale in cui si vota sempre contro qualcuno e mai per qualcosa, il bene comune è messo in secondo piano rispetto all’interesse personale, si pensa sempre al contingente e mai al domani e qualunque riforma diventa impossibile.
  4. D’Alema vota no. Mi pare un buon motivo per votare sì (in contrapposizione palese a quanto detto al punto due).
  5. Non mi piace salire sul carro del vincitore. I no sono dati vincenti da mesi e stanno aumentando il vantaggio e il risultato del referendum è abbastanza facile da predire e i No potrebbero superare il 60%. Ma mi sono sempre trovato meglio nelle minoranze e seguire la massa non è esercizio che mi appassiona. Le rare volte che mi sono trovato in maggioranza in politica mi sono chiesto dove fosse l’errore.
  6. Il vento populista, nazionalista, estremista, massimalista, demagogico, settario, anti sistema e semianalfabeta che ha fatto vincere Trump negli Stati Uniti e fatto uscire la Gran Bretagna dalla EU spira anche in Italia e non saranno certo timide misure populiste del governo a fermarlo. Ma questo non significa che mi debba conformare e seguire il vento senza oppormi.
  7. Se vince il no non credo che i diritti dei cittadini si rafforzeranno, la democrazia sarà più forte e il governo più capace di affrontare le sfide internazionali. Quel che succederà sará confusione, stagnazione, instabilitá politica e finanziaria e una riforma elettorale probabilmente proporzionale che imperirá governi solidi con un aumento delle crisi attuale della democrazia. Un ritorna alla Prima Repubblica insomma. Se vince il sì al referendum possiamo ancora sperare che qualcuno faccia le politiche dure e difficili che servono a rimediare ai tanti anni persi (anche da Renzi). Se vince il no si resta nel pantano di oggi e tutto sarebbe più difficile.
  8. Nonostante la riforma si presti a numerose critiche, le motivazioni dei contrari ai referendum sono nella gran parte dei casi faziose e ridicole. E spesso molto aggressive. Molto spesso invece di ammettere onestamente che il no è semplicemente contro Renzi ho sentito argomentazioni palesemente in malafede e non veritiere. Ci sono altri modi, molto meno autolesionisti, per mandare a casa Renzi. Un programma politico alternativo e un candidato sufficientemente credibile per realizzarlo potrebbero essere una buona idea, tanto per cominciare.
  9. Sono stato iscritto a ANPI, Movimento Nonviolento, Libertà e Giustizia. Sono stato abbonato a Il Fatto Quotidiano. Il trovare buona parte dei miei amici sul fronte del no mi ha fatto riflettere. Ma penso che dovere di un cittadino/elettore adulto sia quello di emanciparsi, di informarsi e in particolare nel caso di referendum di votare secondo coscienza a prescindere dalle indicazioni del proprio partito, della propria ideologia, dai gruppi di appartenenza o dei propri riferimenti culturali.
  10. Credo sia giusto abolire il bicameralismo paritario più assurdo e malfatto dell’Occidente, diminuire il numero – tra i piú alti nel mondo – dei parlamentari, abolire gli enti inutili come CNEL e provincie, cambiare le regole per i referendum abrogativi promuovendo l’iniziativa dal basso, ridurre gli osceni compensi dei consiglieri regionali, ridurre alcuni poteri delle regioni ipertrofiche e sprecone, etc. Credo dunque che sul merito la riforma pur non perfetta sia positiva. E questo è il principale motivo del mio sì. Gli altri motivi sono semplici corollari.